Ministri dell'ambiente riuniti alle Baleari: l'autogol del vertice ufficiale


Liberazione, 28/5/2002

All’indomani della conclusione del vértice (24-26 maggio) dei Ministri dell’Ambiente dell’Unione Europea, anche i rappresentanti ufficiali lo hanno ammesso. Le iniziative di contestazione, oltre che essere riuscite, avanzavano una proposta política migliore.

Se da un lato dai lavori del vertice emergeva una prima discussione sulle politiche europee di contenimento dell’erosione del suolo e del litorale, senza peraltro arrivare a una posizione comune, (un esempio, il Governo spagnolo sostiene la necessita’ di rigenerazione artificiale delle spiagge, a tutto vantaggio dell’impresa turística) il vértice ha deliberatamente passato sotto silenzio le questioni riguardanti il rispetto del Protocollo di Kioto da parte dell’Unione e dei singoli Stati europei, senza potere evitare il confronto su due questioni fondamentali che il Governo spagnolo avrebbe volentieri voluto mantenere alla porta. Il primo riguarda il Piano Idrológico Nazionale, che prevede una canalizzazione mastodontica delle acque del fiume Ebro, con una ripercussione sconvolgente, sociale ed economica, sulle popolazioni e i territori coinvolti; il secondo, riguarda la possibilita’ di applicare sulla presenza turistica una ecotassa finalizzata al recupero dei disastri ambientali provocati dall’industria alberghiera. Una imposta ecológica che attualmente vige nelle Baleari e che e’ fortemente avversata dal Gobernó centrale, dal Partito Popolare e dalle corporazióni degli impresari turistici e alberghieri (anche con violenza, un consigliere comunale di Izquierda Unida ha sperimentato, subendo un attentato, il livello dello scontro e degli interessi che si toccano). Ebbene, la Commissaria europea all’Ambiente, Margareth Wallstroem, ha espresso la preoccupazione dell’Unione per quanto riguarda il Piano Iidrológico e l’interesse per la formula dell’ecotassa.

E’ certo che l’ospite spagnolo, il ministro Jaume Matas, che intende dimettersi a breve dal dicastero per candidarsi alla presidenza del Governo delle Baleari con il Partito Popolare (ulteriore testimonianza degli interessi politici ed economici che girano attorno all’arcipelago) ha dovuto ingoiare un boccone amaro e constatare di aver perso in casa propria. La manifestazione finale di sabato, diecimila persone, convocata dalla Piattaforma per la Democrazia e la Globalizzazione Sociale, ha dato concretezza definitiva alla contestazione della política ambientale spagnola ed europea.

di Emanuele Pes (martedě 28 maggio)


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